Il cercar casa

Cercare casa a Pechino può essere un’esperienza frustrante…a dir poco.
Le agenzie ascoltano quello che chiedo ma sembra non siano in grado di collegare le mie richieste con quello che hanno da offrire e, quando anche hanno per le mani qualche appartamento che farebbe al caso mio, sembra che non abbiano la preoccupazione di concludere l’affare, ma che siano interessati solo a cercare di fregarmi… Ho parlato volutamente al singolare per evitare di generalizzare troppo, ma la sensazione è condivisa dalla maggior parte della gente che conosco.
Il tutto risulta ancora più assurdo quando si pensa al fatto che l’agenzia viene pagata, anche qui come in Italia, ad affare concluso ed avrebbe quindi tutto l’interesse a chiudere la questione prima e meglio possibile. Per ogni tentativo di fregatura andato male, invece, perdono il cliente e sono i primi a rimetterci, eppure…eppure la situazione non cambia e finisce così che a Pechino i prezzi degli affitti rimangono alti, ed anzi aumentano significativamente, nonostante ci siano tantissimi appartamenti (oltre l’80% di quelli del palazzo qui di fronte, ad esempio) che rimangono sfitti.

Quello che è capitato a me, però, va ben oltre il “normale” affanno del cercare casa a Pechino.
Un pomeriggio, decido di partire alla ricerca. Chiedo il gentile aiuto di un’amica cinese che, tenera, vive nell’università e non ha mai cercato casa in vita sua. Partiamo, carichi di ottimismo, da una piccola agenzia cui non avevo ancora fatto visita e subito ci dicono di avere l’appartamento che fa per me: appena fuori dall’università, in ottime condizioni e in un edificio abbastanza recente.
Ben conscio di come vadano di solito le cose, non mi fido minimamente!

Seguiamo comunque l’agente e arriviamo di fronte alla porta dell’appartamento, in un edificio davvero vicino all’università e che, in effetti, promette bene… Davanti alla porta, come spesso succede, ci fermiamo ed aspettiamo mentre l’agente fa una telefonata al proprietario. Gli agenti cinesi, infatti, spesso non hanno le chiavi degli appartamenti che trattano. Passa qualche minuto senza che nulla succeda e a quel punto l’agente fa una seconda chiamata, verosimilmente finta, da cui esce dicendo che c’è qualche problema per visitare quell’appartamento (per cui siamo andati fin lì), ma ce n’è un altro nello stesso edificio che possiamo vedere. Dobbiamo solo aspettare lì un secondo, mentre lui va ad occuparsi della cosa…
Capisco subito che si tratta di una palla (ed in effetti così sarà), il classico modo cinese per guadagnare qualche minuto nella speranza che succeda qualcosa e che si riesca ad evitare la figura di merda (per i cinesi è di primaria importanza il non fare figure di merda, o meglio il “non perdere la faccia”, per usare l’espressione ufficiale con cui questa norma sociale viene solitamente descritta). Aspettiamo così una decina di minuti e alla fine, stufi, decidiamo di chiamare. Appena fatta partire la chiamata sento una suoneria squillare e capisco…l’agente non era andato da nessuna parte, aveva fatto il corridoio e si era nascosto dietro l’angolo ad aspettare. Io scoppio a ridere mentre la mia amica si chiede se davvero stesse succedendo tutto questo (beata innocenza!). Già qui sarebbe una storia simpatica, ma non basta!

Mentre l’idiota di agente torna verso di noi, immagino pronto a farsi insultare, e mentre io, infatti, mi preparo ad insultarlo, si apre dietro di me la porta dell’appartamento, distraendomi e rivelando così che il proprietario è sempre stato all’interno mentre noi eravamo lì ad aspettarlo. Inevitabilmente mi chiedo perché non avesse aperto, ma la risposta mi è chiara dopo qualche secondo.
Dalla porta esce una signora, occhi a terra e viso chiaramente molto imbarazzato. Dietro di lei sbuca il padrone di casa, con un sorriso smagliante e l’espressione da maschio trionfatore, reduce da una grande prestazione. Impassibile, ma visibilmente soddisfatto, si sciacqua le mani al volo e ci fa entrare. Io, semplicemente, inizio a ridere e non riesco più a smettere. La mia amica si copre la faccia mezza divertita e mezza imbarazzata. Mi aggiro così per la casa, curandomi solo di cercare in giro tracce del misfatto. Il letto no, ancora coperto dal cellophane e chiaramente intatto. Il divano quindi…e infatti eccola lì, una bella macchia di sudore di schiena (solo una) e segni di mani appoggiate qua e là.
La scena si completa ed impreziosisce con le parole dell’agente: “sedetevi…provate il divano…è nuovo di zecca!”… che genio!

Com’è finita l’avventura?? Che io sono ancora ospite dall’amico Carletto e la mia amica ha deciso che vivrà all’università per sempre 🙂

8 commenti su “Il cercar casa”

  1. doppia mamma Sara

    bellissima e buffissima! sto ancora ridendo!!!! avevi anche il “luminol” di CSI?!

  2. Non avevo il Luminol con me, ma me lo sarei procurato di sicuro in caso avessi affittato il posto… le pareti a schizzi viola vanno di gran moda ultimamente!!

  3. Ciao, lo sai che se vuoi risolvere questi problemi con le agenzie dovrai portare con te Ivan, lui sì che sa come fare!
    Un salutone.

    P.s. Ti è arrivata la mia risposta alla mail? L’indirizzo è ancora valido?

  4. ah ah ah
    bel racconto
    quando puoi metti anche delle foto, siamo curiosi.
    ciao ciao

  5. ‘mazzate, peggio delle mie esperienze spagnole direi….certo che le agenzie sono proprio da eliminare…..povero igorino, il cercar casa è proprio frustrante….forza e coraggio…..

  6. “provate il divano…” ahahahahah chissà quante risate ti sei fatto!! fantastico! e la tua amica che vivrà forever in università ahahahahah

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