Gennaio 2011

Welcome to Euroland

Ritorno indietro di qualche mese per mettere, finalmente, on-line le foto di una gita fatta ad un castello (anzi, uno chateau) poco fuori città…
Tale castello non è, come si potrebbe pensare, una vecchia fortificazione, ma una costruzione nuovissima, realizzata a fini commerciali e pubblicitari. Scopo finale: vendere vino, facendo in qualche modo il verso ad alcuni marchi pregiati (ecco perché chateau).

Ad un europeo la visita del castello non può che suscitare ilarità.
Nessuna somiglianza con i castelli europei e decisamente meno fascino (beh, era abbastanza scontato). Una ambientazione tipo parco dei divertimenti (da cui il titolo del post) con costruzioni, compresa una chiesa, che mischiano a casaccio stili architettonici diversi e la sensazione di un luogo profondamente innaturale. A parziale difesa, devo dire che il posto non è brutto e, per quanto innaturale, le costruzioni non sono “plasticose” come nei parchi dei divertimenti.

Ad impreziosire l’esperienza, e a renderla ancora più comica, ecco le statue animate, per illustrare i vari lavori connessi alla preparazione di un buon vino, in perfetto stile parco disney (mancava solo la musichetta ipnotica); una piccola e fintissima galleria d’arte; poi un giro nei negozi, mascherati da negozi di articoli vari, ma che in realtà vendono solo alcolici; la visita alla cella sotterranea dove riposano le “preziose” bottiglie eccetera.

Prima di concludere la visita, giro (credo obbligatorio) del museo. Premesso che se l’Italia avesse costruito un museo per ogni posto dove produciamo vino, la popolazione non avrebbe più avuto spazio e avremmo dovuto emigrare in Austria, anche questo museo cinese non è che avesse molto da mostrare.
Prima di tutto la produzione di vino in quella zona è recente e poi, in fondo, che cosa cavolo potevano esibire?? Come sempre in questi casi (università e istituzioni fanno in genere lo stesso, qui in Cina), il museo contiene più che altro informazioni, foto e documenti, che testimoniano il legame tra quell’azienda e la recente storia cinese. Ampio spazio quindi alle visite dei capi di stato, ai loro ringraziamenti in calligrafia, al ruolo svolto dai fondatori nella rivoluzione e così via… In conclusione, una noia!

Per fortuna che, dopo il museo, siamo passati all’assaggio…ma questa storia me la tengo per la prossima volta 🙂
Per ora ecco le foto dello chateau.
Salute 🙂

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Il parco (giochi) olimpico

Poco tempo fa ho fatto una piacevole visita al parco olimpico della città, la zona dove si trovano lo stadio (il nido) e la piscina olimpica.

Il parco è molto carino e tranquillo, infilato in mezzo al traffico degli anelli, ma facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici o in taxi e poi piacevolmente pedonale. Gli impianti sportivi spiccano nella loro imponenza e modernità e sono, secondo me, bellissimi…

Oltre ad essere utilizzati per eventi sportivi (e non solo) minori, minori come lo sono praticamente tutti gli eventi in confronto all’olimpiade, gli impianti e la zona circostante rappresentano un’importante attrattiva turistica e offrono anche alcune inaspettate possibilità di svago.

Lo stadio durante l’inverno contiene pista di pattinaggio e ci si può sciare. Confesso che non so ancora come, ma quando ci sono andato avevano iniziato a preparare un fondo nevoso sul prato e i cannoni erano lì pronti a sparare altra neve.

La piscina olimpica è un impianto gigantesco che ospita, oltre alle piscine per le competizioni, anche una piscina pubblica per tutti (beh, chi decide di pagare il biglietto non proprio regalato, almeno per gli standard locali…) e negozi e ristoranti per i visitatori. Chicca finale, un intero parco acquatico con una decina di scivoli, molto divertenti almeno a vedersi, e una piscina con le onde artificiali, tutto al chiuso e quindi agibile anche d’inverno.

Spero di poterci andare presto, sia a sciare che a scivolare, e vedrò di raccontare com’è, ma nel frattempo ecco in questa galleria le foto della zona.

A presto

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Serata di coppe

Nei pochi giorni di vacanza passati al sud per Natale, ho pensato bene di fare una nuova capatina nel magico mondo della medicina tradizionale cinese, esplorando il tanto decantatomi metodo della coppettazione, molto popolare da queste parti, anche tra gli stranieri.
Di questa tecnica avevo sentito parlare diverse volte già in passato e me ne ero tenuto a debita distanza, ma alla fine la curiosità ha avuto la meglio. In questa mia nuova esperienza cinese, tra l’altro, diverse persone me ne avevano parlato in toni entusiastici e poi, in fondo, che male poteva farmi…

Il metodo consiste nell’applicare delle coppette, con all’interno una fiamma per creare il vuoto, in alcuni punti ben precisi della schiena, allo scopo di aspirare ed eliminare l’acqua/umidità in eccesso nel corpo (così mi hanno spiegato). Non sto nemmeno qui ad aprire la polemica su quanto idiota mi sembri questa teoria…vi lascio alle foto e vi segnalo il risultato:
NESSUNO (sto come prima, forse più raffreddato…)

Impagabile l’effetto “pizza alla diavola” finale 🙂

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