Luglio 2011

Almost famous

Il Flowers mi ha beccato, quindi non posso fare a meno di uscire allo scoperto…al mio ritorno in Cina, oltre alla nebbia che uccide, ho trovato ad attendermi anche la fama.

Circa un paio di mesi fa, ero stato intervistato da una giovane giornalista per conto dell’edizione europea del principale quotidiano cinese. Stava raccogliendo materiale per un articolo sui ricercatori stranieri che vengono a lavorare in Cina. Il suo entusiasmo per questa mia (anzi nostra, dato che una mia collega ha condiviso con me la chiacchierata con la giornalista) avventura in Cina era ben superiore al mio e aveva reso comunque piacevoli le due ore (due!!) che abbiamo passato insieme tra domande e risposte non sempre sensate e alcune incomprensioni linguistiche (il fatto che mandino ad intervistare due stranieri una giornalista dall’inglese approssimativo rientra nei grandi misteri della Cina).

Nonostante l’entusiasmo, alla fine solo una mia frase era stata riportata, e in tutt’altro contesto, sul giornale. Per il resto un silenzio di un paio di mesi, tanto che pensavo si fossero ormai dimenticati (e non piangevo…) o che le informazioni raccolte dalla giornalista non fossero andate bene.

All’improvviso, invece, mi chiamano dal giornale per fissarmi un appuntamento col fotografo perché il pezzo era in uscita. Attimo di panico per capire a quale pena avrei dovuto sottostare…per poi scoprire che il fotografo sarebbe invece venuto nel mio ufficio per qualche scatto sul lavoro. Secondo attimo di panico al pensiero della figura che avrei fatto disturbando le altre 10 persone che lavorano gomito a gomito (letteralmente) con me nella stessa stanza.
Alla fine il buon fotografo, che sembrava pure un tipo abbastanza sveglio, ha capito la situazione e, forse anche per ripicca, mi ha trascinato in giro dentro e fuori l’edificio per appagare la sua vena artistica.
Un’ora di scatti, in pose spesso abbastanza improbabili, con lui che si sporgeva sulle ringhiere e si arrampicava su sedie pericolanti per cercare l’angolo giusto. E poi giù nel cortile a sedermi sul logo dell’università e a sfoggiare il mio fisico con l’edificio sullo sfondo.

Alla fine di questo straordinario momento di creatività fotografica, gli chiedo se è soddisfatto e se pensa sia uscito qualcosa di buono. Lui mi dice di sì con convinzione e mi mostra la foto poi effettivamente pubblicata e che, pur non potendomi ritenere un esperto, mi sento di poter definire una autentica porcheria.
Sembro un giovane politico già vecchio dentro, tipo un Prodi da giovane, sigh 🙁

Comunque va bene così, è pur sempre stata un’esperienza, oltre al primo passo della mia scalata verso la fama!

Qui l’articolo sul web e qui il cartaceo, buon divertimento 🙂

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Il bagno turco

Da quando sono tornato, Pechino è al suo peggio.
Dalla finestra non vedo i palazzi vicini e tutto è avvolto in una nebbia bianca e opprimente. Non fa troppo caldo, visto che da giorni non si vede il sole, ma l’umidità è insopportabile e uscire da un qualsiasi locale con aria condizionata è esattamente come entrare in un bagno turco….
CHE SCHIFO!

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